\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Con un aspetto politico, frastagliato e incoerente, si presenta lÆItalia subito dopo il Mille. Nessuna salda costruzione statale
erano riusciti a stabilirvi i vari conquistatori. Questi avevano costituito, accanto o al posto dei grandi proprietari fondiari della decadenza romana, i quadri dirigenti. Ma il loro distacco e la netta separazione dagli strati sociali inferiori condizi
onava la loro azione politica di classe dirigente. Nessuna salda e duratura costruzione politica era possibile in queste condizioni, ma soltanto organismi instabili come i loro protagonisti. Eppure quelle forze sociali, per quanto ricacciate indietro e c
ompresse, non erano state distrutte; anzi, in un lavoro lento di secoli, si erano venute organizzando e facevano sentire, talvolta indirettamente, ma sempre pi∙, la loro presenza, proprio in Italia prima e pi∙ intensamente che altrove. Il mondo signorile
e ôfeudaleö, costretto ad allargare di continuo le sue basi nel tentativo di domare le energie ribelli, e sottoposto a questo assalto, finiva col dare via libera a quelle forze che poi sarebbero riuscite a distruggerlo. Una qualche sopravvivenza di ordi
namenti civili romani, una pi∙ intensa attivitα economica, i molti allodi, e, soprattutto, il gran numero di cittα avevano mantenuto in vita un artigianato libero e pi∙ qualificato, una certa economia di scambio, in una parola una pi∙ ricca e civile vita
cittadina.\par
Giα a partire dal secolo 9░ molte cittα italiane possedevano una certa personalitα giuridica con proprie libertα civili, articolatesi nellÆambito del potere del vescovo, che quelle libertα promuoveva e rafforzava. Apparivano i primi orga
ni, rudimentali, di amministrazione autonoma, con funzioni limitate agli usi civici, alla vita religiosa, alla giurisdizione. Era unÆorganizzazione che, naturalmente, si muoveva entro i limiti segnati dal potere pubblico, ma che si rilevava sempre pi∙ ne
tta. La potente ripresa economica portava in alto nuovi ceti sociali e dal secolo 10░ in poi tutta lÆantica struttura sociale fu in movimento. Non ci fu, si pu≥ dire, avvenimento che, in un modo o nellÆaltro, non favorisse questa dinamica, che aveva il s
uo centro propulsore nella cittα, con lÆattrazione che esercitava sugli abitanti circostanti e con gli impulsi verso una pi∙ intensa e pi∙ differenziata attivitα economica.\par
A partire dal Mille, dunque, la storia italiana si fa complessa e pi∙ mossa,
con la partecipazione di nuovi e pi∙ numerosi attori: le cittα e tutte quelle forze sociali che nella cittα si incontrano e si scontrano. Significativo Φ il ripiegare dei Saraceni dal Mediterraneo sotto lÆenergica offensiva delle cittα marinare, Amalfi,
Napoli, Gaeta, Pisa, Genova, Venezia. Ma fu soprattutto nel Settentrione che questo impetuoso movimento cittadino sÆimpose; col decadere di Pavia, la capitale del Regno Italico, Milano acquist≥ sempre maggiore autonomia allÆinterno e prestigio allÆester
no, sotto il potentissimo arcivescovo Ariberto, il quale os≥ sfidare lo stesso imperatore Corrado II e resistere con successo al suo assedio, assistito dal popolo. Dappertutto la piccola feudalitα, che aveva sentito viva la spinta a inurbarsi, aspirava a
un pi∙ sicuro e stabile possesso dei suoi uffici e benefici e riusc∞, con il concorso della cittadinanza, a piegare lo stesso potentissimo Ariberto. Siamo giα, praticamente, al comune.\par
La \i Constitutio de feudis\i0 , emanata nel 1037 da Corrado II
, assicurava ai piccoli feudatari lÆereditarietα dei loro benefici e la protezione imperiale. Fu un colpo inferto alla grande gerarchia ecclesiastica, da cui lÆimperatore andava distaccandosi; e ne approfittarono le popolazioni cittadine per allargare e
consolidare le loro autonomie. Tutto era allo stato fluido in questo periodo di cos∞ intensi rivolgimenti sociali, politici, religiosi. Il grande movimento riformatore della Chiesa e la lotta delle investiture che ne segu∞ costituiscono lÆunico sfondo su
cui si andarono compiendo due processi che, per quanto opposti nella direzione, a quel grandioso movimento si collegano: lÆunificazione politica del Mezzogiorno ad opera dei Normanni e la disgregazione della vecchia struttura politica dellÆItalia centro
-settentrionale sotto lÆerompere delle energie comunali.